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Latest Science

La sezione latest science di MindScience Academy è una vedetta sulla letteratura scientifica internazionale. In questa sezione vengono periodicamente selezionati lavori scientifici da poco pubblicati dai ricercatori attivi nell’area della MindScience. L’intento è di offrire ulteriori spunti di riflessione, occasioni utili a ognuno per nutrire e sviluppare la propria comprensione di un tema interdisciplinare e complesso per natura.
Camile Bahi, Mona Irrmischer, Katrien Franken, George Fejer, Anna Schlenker, Jan Berend Deijen & Hessel Engelbregt
L'articolo di settembre 2023, pubblicato su Current Psychology, ha investigato l'uso della respirazione connessa consapevole per indurre stati di coscienza non ordinari. Questa tecnica di respirazione, che integra una respirazione profonda con stimolazioni acustiche, ha dimostrato di avere effetti positivi sull'umore e sullo stato di coscienza, contribuendo a ridurre tensione e depressione. La ricerca ha messo in luce come tali pratiche possano rivelare memorie represse e abbattere difese psicofisiologiche, avvicinandosi all'esperienza psichedelica per i cambiamenti soggettivi che producono nella coscienza.
Paweł Holas & Justyna Kamińska
Questa recente ricerca del novembre 2023 ha messo a confronto la meditazione mindfulness e le esperienze indotte da psichedelici, scoprendo che entrambe le pratiche condividono modifiche simili nella connettività cerebrale. Entrambi i metodi sono stati associati a un aumento della compassione, dell'empatia e della flessibilità psicologica. Sia la meditazione che l'uso di psichedelici sembrano facilitare la decostruzione del sé e migliorare la regolazione emotiva, promuovendo un atteggiamento più aperto e privo di giudizi verso le esperienze interne.
Bruno Neri, Alejandro Luis Callara, Nicola Vanello, Danilo Menicucci, Andrea Zaccaro, Andrea Piarulli, Marco Laurino, Ngawang Norbu, Jampa Kechok, Ngawang Sherab, Angelo Gemignani
Con particolare piacere diamo conto di questo studio condotto, come primo autore, da Bruno Neri, referente per l'ambito accademico e scientifico per MindScience Academy e autore. Lo studio è stato pubblicato su Frontiers il 2 maggio 2024 e ha tra i revisori Richard J. Davidson. Gli effetti positivi della meditazione sul benessere umano sono indiscutibili e vanno dal miglioramento della regolazione delle emozioni alla riduzione dello stress e al miglioramento della consapevolezza del momento presente. I cambiamenti nell’attività cerebrale regolano e supportano questi fenomeni. Tuttavia, l’eterogeneità delle pratiche meditative e il loro background culturale, così come la loro scarsa categorizzazione, limitano la generalizzazione dei risultati a tutti i tipi di meditazione. In questo caso, ci siamo avvalsi della collaborazione con la singolare e preziosa comunità dei Monaci e dei Geshe dell'Università Tibetana di Sera-Jey in India, per studiare i correlati neurali dei due principali tipi di meditazione riconosciuti nel Buddismo tibetano, ovvero quella concentrativa e quella analitica. Ventitre meditatori con diversi livelli di esperienza nella pratica sono stati sottoposti ad un'acquisizione EEG all'interno del monastero, consistente in una sessione di meditazione analitica e/o concentrativa “al loro meglio” con una baseline iniziale di 5 minuti. Le stime di densità spettrale di potenza variabili nel tempo di ciascuna sessione sono state confrontate con la linea di base (cioè all'interno della sessione) e tra condizioni (cioè analitiche vs. concentrative). I risultati hanno mostrato che la meditazione concentrativa ha suscitato cambiamenti più numerosi e marcati nel potere dell’EEG rispetto alla meditazione analitica, e principalmente sotto forma di un aumento delle gamme di frequenza theta, alfa e beta. Inoltre, la full immersion nella vita del Monastero ha permesso di condividere i risultati e discutere l'interpretazione con i migliori studiosi dell'Università Monastica, garantendo l'individuazione dei meditatori più esperti, nonché di evidenziare meglio le differenze tra le diverse tipologie di meditazione praticata da ciascuno di essi.
Akhilesh Kumar Sharma; Shamik Tiwari; Devesh Kumar Srivastava; Deevesh Choudhary; Santosh K Vishwakarma
In questa ricerca del 2022 si riscontrano altre evidenze del legame tra meditazione e felicità o quanto meno stato di migliorato benessere. La ricerca della felicità è lo scopo ultimo della vita umana nella civiltà moderna. La felicità è definita nella cultura indiana come uno stato d'animo o una qualità che si manifesta alla nascita in una persona e la distingue da altre specie. La meditazione, come suggerisce la frase della Ashtavakra Gita, è uno strumento spirituale per aumentare la felicità nella vita. La meditazione si riferisce a un insieme di tecniche che vengono spesso utilizzate per alleviare lo stress e aumentare il benessere generale. Oggigiorno, la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) sembra essere al centro dell'attenzione di ciascuno, almeno tra coloro che desiderano monitorare il proprio sonno o quello dei loro clienti, il recupero, le prestazioni o la salute mentale complessiva. I risultati di questo studio sono sia ispiranti che utili, poiché l'analisi attuale rivela chiaramente che la meditazione ha un impatto considerevole sulla dinamica della frequenza cardiaca. I risultati delle metriche di variabilità della frequenza cardiaca forniscono una misurazione quantificabile di ciò. Questo chiaramente afferma che la meditazione migliora la salute, il che porta alla felicità come obiettivo finale. In questo articolo di ricerca, l'analisi della salute basata su ECG e la misurazione della felicità hanno dimostrato come ottenere la massima felicità attraverso l'uso dello yoga e delle risorse naturali.
Barbara L. Fredrickson, Aaron J. Boulton, Ann M. Firestine, Patty Van Cappellen, Sara B. Algoe, Mary M. Brantley, Sumi Loundon Kim, Jeffrey Brantley, Sharon Salzberg
Questa ricerca, sebbene non sia così recente (2017), è davvero fondamentale per quanto riguarda la meditazione di consapevolezza e di metta (gentilezza amorevole). Significativo poi proporla in concomitanza al tema di Primo Piano che riguarda la felicità: questa ricerca correla le emozioni positive nella pratica meditativa. Lo scopo di questo studio era scoprire i profili emotivi giornalieri e le relazioni dose-risposta, sia a livello individuale che tra persone, associate all'inizio di una delle due pratiche di meditazione: la meditazione di consapevolezza o la meditazione della gentilezza amorevole. I dati sono stati raccolti da due studi su adulti di mezza età (N = 339) che sono stati assegnati casualmente a imparare la meditazione di consapevolezza o la meditazione della gentilezza amorevole in un workshop di sei settimane. La durata e la frequenza della pratica meditativa sono state misurate giornalmente per nove settimane, a partire dalla prima sessione del workshop. Allo stesso modo, le emozioni positive e negative sono state misurate giornalmente utilizzando la versione modificata della Scala Differenziale delle Emozioni (Fredrickson, 2013). L'analisi dei rapporti emotivi giornalieri nel periodo di nove settimane ha mostrato un aumento significativo delle emozioni positive e nessun cambiamento nelle emozioni negative, indipendentemente dal tipo di meditazione. I modelli multilivello hanno anche rivelato relazioni dose-risposta significative tra la durata della pratica meditativa e le emozioni positive, sia a livello individuale che tra persone. Inoltre, la relazione dose-risposta a livello individuale era più forte per la meditazione della gentilezza amorevole rispetto alla meditazione di consapevolezza. Relazioni dose-risposta simili sono state osservate per la frequenza della pratica meditativa. Nel contesto delle ricerche precedenti sui benefici mentali e fisici prodotti da lievi aumenti delle esperienze quotidiane di emozioni positive, la presente ricerca evidenzia pratiche basate su evidenze - sia la meditazione di consapevolezza che la meditazione della gentilezza amorevole - che possono migliorare il benessere emotivo.
Terje Sparby, Dirk Cysarz, David Hornemann v. Laer Et Al
Questa ricerca di marzo 2024 è perfettamente aderente al tema In Primo Piano di aprile sull'epistemologia. Partendo dal controllo dell'attenzione e dalla capacità di dirigere l'attenzione verso oggetti differenti che è tipicamente percepita come un indicatore fondamentale della libertà dell'attenzione, si affronta il controllo e il mantenimento dell'attenzione che inevitabilmente conduce al tema del mind-wandering. Nella trattazione gli autori ampliano il discorso proprio su quegli autori, filosofi e scienziati citati anche nei nostri ultimi due approfondimenti diventando il naturale completamento di questa panoramica. Gli autori della ricerca si chiedono se sia possibile sperimentare la fonte dell'attenzione, ossia il soggetto che esercita la libertà attraverso l'attenzione, inevitabile arrivare nello spazio dell'introspezione e della contemplazione.
Malcolm J. Wright, Joseph L. Sanguinetti, Shinzen Young & Matthew D. Sacchet
Nelle ormai numerose ricerche scientifiche che hanno per oggetto la meditazione, spesso si riscontrano ostacoli per le incongruenze tra i resoconti personali dei meditatori e le misurazioni oggettive (relative ad esempio agli stati cerebrali). In questa ricerca si affronta questo tema dimostrando il potenziale della teoria contemplativa per sostenere l'indagine scientifica.
I ricercatori hanno tradotto le teorie chiave delle tradizioni contemplative buddhiste [come la natura della mente, la coscienza, il non-sé, n.d.R] in termini scientifici e quindi sistematizzato queste traduzioni in un modello funzionalista della mente - il Modello Sottile - in grado di informare l'indagine scientifica.
Nei risultati è stato riscontrato che la dottrina buddhista si dimostra coerente con le descrizioni oggettive della funzione mentale e il Modello Sottile derivato da queste traduzioni mostra un'immediata capacità esplicativa. Il modello consente di collegare fenomeni complessi di livello superiore, come i resoconti soggettivi degli stati mentali, a fenomeni complessi di livello inferiore, come gli stati cerebrali misurati empiricamente. Una dimostrazione dettagliata illustra come il modello possa convertire i resoconti soggettivi degli stati meditativi estatici (jhānas) in ipotesi neuroscientifiche testabili.
In conclusione i ricercatori -in questo studio dell'aprile 2023- forniscono un resoconto della teoria contemplativa che è adatto all'indagine scientifica. L'approccio, esemplificato nel Modello Sottile, offre un'immediata capacità esplicativa, consente un dialogo significativo tra diverse tradizioni di ricerca e fornisce un principio organizzativo per le spiegazioni dei fenomeni mentali.
Terje Sparby
Questo interessante articolo offre una panoramica sul concetto di ostacoli alla meditazione e discute sia i problemi che i potenziali benefici impliciti nell'idea di relativizzare la distinzione tra effetti negativi e positivi.
Per i praticanti della meditazione che affrontano ostacoli sgradevoli e potenzialmente dannosi, la ricerca in questo campo è vitale. Ciò che potrebbe sembrare essere un approccio più efficace potrebbe anche essere uno potenzialmente più dannoso. Un approccio che è sicuro potrebbe non essere affatto efficace. Scoprire i dettagli di queste questioni, incluso cosa significano termini come "negativo", "nocivo", "progresso spirituale", ecc., è un compito futuro della scienza contemplativa.
Quello che è stato offerto qui (articolo di Settembre 2022) è una proposta per una panoramica iniziale della distinzione tra approcci duali e non duali agli ostacoli alla meditazione, basata su resoconti buddhisti tradizionali e manuali di meditazione contemporanei principalmente ispirati dal Buddhismo.
Maria K. Pavlova
In questo recentissimo lavoro (febbraio 2024) si esplora qual sia il valore aggiunto nel capire se la mente che divaga (Mind Wandering) si basi su processi automatici o controllati. Dal punto di vista applicativo, chiarire la natura dell'elaborazione cognitiva durante la mente che divaga demistificherebbe in larga misura questo fenomeno e aiuterebbe a comprendere la sua rilevanza (ad esempio, nella gestione della vita quotidiana) e le sue limitazioni (ad esempio, l'inadeguatezza per l'apprendimento complesso), così come le limitazioni del pensiero guidato dall'obiettivo (ad esempio, la dipendenza dai calcoli costi-benefici subconsci), nei contesti quotidiani.
Amy Cawley e Ricardo Tejeiro
Questo studio recentissimo, pubblicato il 20 gennaio 2024, dimostra che una singola breve sessione di mindfulness in realtà virtuale può produrre effetti benefici a breve termine in persone ad alto rischio di stress, superiori a quelli ottenuti attraverso il colorare e la mindfulness audio. Ciò suggerisce promettenti implicazioni dirette per i servizi di salute mentale universitari, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare i benefici a lungo termine, così come l'efficacia relativa di interventi più lunghi.
Andrea Scalabrini, Michelangelo De Amicis, Agostino Brugnera Et Al
La sincronia è una caratteristica fondamentale e di base nel mondo biologico e quindi nella natura, valida per diverse specie. Nello studio si esplora l'interrogativo se questo si applica anche alla percezione di noi stessi. La conclusione è che il nostro sé e il suo grado di sincronia con il corpo, gli altri e l'ambiente siano la componente psicologica più minacciata da un evento esterno avverso (come la pandemia di COVID-19) e, allo stesso tempo, il fattore più associato alla resilienza e al coping durante tali periodi. Insieme, gli Autori dimostrano il ruolo chiave di una sincronia interna-esterna nella propria percezione del sé, allineando il sé con il mondo biologico e la natura, dove la sincronia è una caratteristica fondamentale che si estende a diverse specie.
Wei Du, HongboYu, Xinghua Liu & Xiaolin Zhou
La ricerca esistente ha dimostrato gli effetti positivi intrapersonali della formazione sulla consapevolezza. Tuttavia, i meccanismi cognitivi alla base degli effetti della formazione sulla consapevolezza nei processi interpersonali sono meno chiari.
Ricerca citata nell’articolo:
Antoine Lutz, Heleen A. Slagter, John D. Dunne, Richard J. Davidson