Cerca
Close this search box.
Cerca
Cerca

Corpo, mente ed emozioni

In questa area tematica ci dedichiamo al rapporto tra fisico e mentale, alle riflessioni raccolte intorno ad esso attraverso ricerca scientifica e pratica contemplativa.

Gli esseri umani hanno (o sembrano avere) sia proprietà fisiche che proprietà mentali.
Quale sia la differenza tra queste proprietà, se il mentale sia un sottoinsieme del fisico o viceversa o, ancora, se questi stati siano irriducibilmente distinti tra loro e come possano interagire causalmente l’uno con l’altro.
Nello scenario scientifico contemporaneo (dalla fisica dopo la meccanica classica fino alle scienze sociali e all’antropologia), molte voci questionano una forte contrapposizione (dualismo) di questo tipo tra mente e materia e indagano il complesso dispiegarsi di queste dimensioni solo apparentemente polari. In questo luogo ci dedichiamo all’indagine di questo rapporto in un percorso trasversale a ricerca scientifica e pratica contemplativa.

Bruno Neri ricerca UniPi
Corpo, mente ed emozioni
Uno studio dell’Università di Pisa pubblicato su Frontiersin in Psychology nella sezione Consciousness Researches investiga le basi neurali dell’attività di meditazione, avvalendosi di un gruppo di volontari di eccezione: i monaci di Sera-Jey, l’Università Monastica Tibetana in Karnataka, India nell’ambito di una collaborazione attiva dal 2018.
Bruno Neri ricerca UniPi
Corpo, mente ed emozioni
Uno studio dell’Università di Pisa pubblicato su Frontiersin in Psychology nella sezione Consciousness Researches investiga le basi neurali dell’attività di meditazione, avvalendosi di un gruppo di volontari di eccezione: i monaci di Sera-Jey, l’Università Monastica Tibetana in Karnataka, India nell’ambito di una collaborazione attiva dal 2018.

Tutti gli articoli in Corpo, mente ed emozioni

Corpo, mente ed emozioni
Uno studio dell’Università di Pisa pubblicato su Frontiersin in Psychology nella sezione Consciousness Researches investiga le basi neurali dell’attività di meditazione, avvalendosi di un gruppo di volontari di eccezione: i monaci di Sera-Jey, l’Università Monastica Tibetana in Karnataka, India nell’ambito di una collaborazione attiva dal 2018.
Nonostante le chiare divergenze tra i modelli che abbiamo preso in esame — l’uno facente capo alla corrente delle basic emotions, l’altro a quella costruttivista — anche le similitudini tra i due sono degne di considerazione. Sia Barrett che Asma e Gabriel concordano sull’esistenza di core affects, mentre sono poi in disaccordo su quanto questi siano estesi (quanti e quali siano) e sul loro ruolo nel dare forma al comportamento umano.
Il modello del cervello trino proposto da MacLean— che vede il cervello umano come evolutosi in tre ondate principali, la prima delle quali avrebbe creato un reptilian complex, la seconda il sistema limbico paleomammifero e infine le strutture recenti della neocorteccia— è oggi considerato obsoleto a livello anatomico e il lavoro di Damasio mostra chiaramente come la parte “primitiva” sia fondamentale per la cognizione superiore. Ma quanto di questa concezione stratificata in livelli, antichi e recenti, primitivi o cognitivamente superiori, con mutue interazioni in entrambe le direzioni (top-down e bottom-up), sopravvive ancora nel dibattito?
Il dibattito tra i due paradigmi si allaccia in parte a come definiamo ciò che è condiviso o universale. Anche all’interno della sua prospettiva costruttivista, Barrett ammette l’esistenza di universali. Il suo modello prevede affetti (affects), in costante fluttuazione di valenza (positiva o negativa).
Il campo delle neuroscienze affettive ha di recente assistito a un energico dibattito tra due diversi approcci alla comprensione delle emozioni. Il primo: le teorie delle emozioni di base (Basic Emotion Theories), a cui ci si riferisce anche con i vari nomi attribuiti ai meccanismi sottesi ad esse (circuiti delle emozioni, marcatore somatico, e così via) o sulla loro supposta natura (si parla allora di “nativisti” o “essenzialisti”) (…)
Il classico Mapping the Mind (1982) di Charles Hampden-Turner include sessanta modelli di mappatura dell’essere umano, della sua psiche. Le sue categorie di mappa spaziano dallo storico al religioso, fino a prospettive psicoanalitiche, esistenzialiste, psicosociali, creative, linguistico-simboliche, cibernetiche, strutturali e “paradigmatiche”. Dal Taoismo, Sant’Agostino, Blake, Darwin, Marx, Weber e Freud, fino a Lacan, Bateson, Chomsky e Varela. Per l’epoca, il testo di Hampden-Turner è estremamente sofisticato, ricco e accessibile; oggi il suo approccio necessita disperatamente di un aggiornamento.