MindScience Academy
MindScience Academy
Cerca
Cerca

Editoriale

In questa area tematica vengono raccolte riflessione tra il rapporto fisico e mentale attraverso la ricerca scientifica e la pratica contemplativa.

MindScience Academy cura una serie di articoli con il proposito di avvicinare e chiosare lo scambio tra ricerca scientifica e tradizione contemplativa. Attraverso una tale produzione, si tenterà di ampliare l’equipaggiamento a disposizione del lettore critico e del ricercatore, senza pretendere di esaurire la portata della riflessione ma, al contrario, moltiplicando e ibridando i suoi linguaggi. In questo senso, questa colonna editoriale somiglia ad un laboratorio; critico, enzimatico, aperto alla sorpresa e all’esperienza trasformativa.

MSA Robina Courtin Compassion
Editoriale
Quando sentiamo parlare di compassione e di aiutare gli altri, sembra che ci stiamo escludendo. Aiutare gli altri: fantastico. Ma io?
MSA Robina Courtin Compassion
Editoriale
Quando sentiamo parlare di compassione e di aiutare gli altri, sembra che ci stiamo escludendo. Aiutare gli altri: fantastico. Ma io?

Tutti gli articoli in Editoriale

Editoriale
Tutti gli esseri, inclusi umani e intelligenze artificiali, possono ampliare i propri confini cognitivi lavorando su un meta-obiettivo di cura per risolvere le difficoltà altrui. Il voto del Bodhisattva esemplifica questa espansione, sottolineando l’importanza della cura come concetto invariabile.
Editoriale
La ricerca indica che alcuni stati alterati di coscienza possono avere applicazioni terapeutiche significative. (…) La capacità di controllare i sogni può aiutare le persone a confrontarsi con paure e traumi in un ambiente sicuro e controllato.
Editoriale
Gli stati di coscienza non ordinari sono considerati scorci della verità ultima, dove le limitazioni presentate dalla nostra mente offuscata e illusa vengono trascese, rivelando la natura luminosa e vuota della realtà, che è la mente ordinaria. Questi momenti sono visti come finestre sulle qualità fondamentali di chiarezza, pace e non-dualità insite nella mente ordinaria.
Editoriale
Il termine non-ordinario evita qualsiasi pregiudizio o idea implicita di anormalità o di apparente e sospetta stranezza ed enfatizza invece la diversità di queste condizioni rispetto a quanto convenzionalmente ammesso.
Editoriale
Un affascinante esempio di ricerca nel campo della scienza contemplativa e, nello specifico, dello studio della meditazione avanzata.
Editoriale
A mio sentire forse possiamo paragonare la poesia alla realizzazione mistica e la prosa alla meditazione. Due lati della stessa medaglia tutti e due praticabili e con valori interdipendenti, diversamente si sottrarrebbero alla visione buddhista (…) dell’interdipendenza, e non di meno a quella di causa ed effetto.
Editoriale
L’idea di ‘esperienza religiosa’ ha goduto negli studi religionistici di una fortuna alterna, legata in parte al mutare delle mode interpretative in parte al modo diverso in cui questi studi si sono confrontati (e a loro volta sono stati influenzati) con le differenti tradizioni religiose.
Editoriale
Se si vuole che la propria mente dimori felicemente, bisogna fare affidamento sull’antidoto alla concezione di un sé e, a tal riguardo, bisogna meditare l’assenza di un sé.
Editoriale
Sia il “nulla” di Giovanni della Croce che la vacuità buddhista implicano un distacco dagli attaccamenti materiali e psicologici. In entrambi i casi, il distacco è un mezzo per raggiungere la comprensione più profonda della realtà.
Editoriale
Nel lessico tecnico dello Yoga classico il termine samādhi, derivato dalla radice verbale sanscrita dhā con i due prefissi sam- ā-, designa alla lettera il “com-porsi” dell’attenzione, la sua focalizzazione. Esso è traducibile quale perfetto raccoglimento, giacché allude all’incentrare l’attenzione in modo continuato su di un determinato oggetto.
Editoriale
Agire in modo etico, vivere secondo i nostri valori e principi, preoccupandoci degli altri, aprendo i nostri cuori agli altri porta uno scopo, porta un senso di pace e genera felicità non solo per gli altri ma anche per noi stessi.
Editoriale
Le peak experiences della vita spesso non sono esperienze straordinarie ma sono esperienze di connessione: con gli altri, con la natura, con la bellezza. Dunque una possibile chiave sta nell’unità delle cose: vivere in armonia col proprio proposito profondo, col proprio piano dell’anima. È alla perdita di questa connessione da imputare la scomparsa della felicità.