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Articoli e notizie

MindScience Academy cura una serie di articoli con il proposito di avvicinare e chiosare lo scambio tra ricerca scientifica e tradizione contemplativa. Attraverso una tale produzione, si tenterà di ampliare l’equipaggiamento a disposizione del lettore critico e del ricercatore, senza pretendere di esaurire la portata della riflessione ma, al contrario, moltiplicando e ibridando i suoi linguaggi. In questo senso, questa colonna editoriale somiglia ad un laboratorio; critico, enzimatico, aperto alla sorpresa e all’esperienza trasformativa.
In primo piano gennaio 2024
Il compito della mente è la cognizione, e chiaramente il Buddhismo afferma livelli più sottili di cognizione non postulati dalla neuroscienza. Il nostro potenziale -l’illuminazione della buddhità- è la natura stessa della nostra mente.
In primo piano gennaio 2024
Comprendere le componenti che costituiscono un momento della nostra esperienza soggettiva ci consente di destrutturare quel momento. Tali metodi di destrutturazione ci aiutano anche a capire cosa stanno vivendo gli altri e a interagire con loro in modo compassionevole.
Il modello del cervello trino proposto da MacLean— che vede il cervello umano come evolutosi in tre ondate principali, la prima delle quali avrebbe creato un reptilian complex, la seconda il sistema limbico paleomammifero e infine le strutture recenti della neocorteccia— è oggi considerato obsoleto a livello anatomico e il lavoro di Damasio mostra chiaramente come la parte “primitiva” sia fondamentale per la cognizione superiore. Ma quanto di questa concezione stratificata in livelli, antichi e recenti, primitivi o cognitivamente superiori, con mutue interazioni in entrambe le direzioni (top-down e bottom-up), sopravvive ancora nel dibattito?
In primo piano gennaio 2024
Le tecniche di respirazione lenta sembrerebbero potenziare la flessibilità autonomica, cerebrale, emotiva e comportamentale, portando a una serie di benefici sull’individuo che le pratica.
La riflessione filosofica di Bernard Stiegler sull’attenzione (2010; 2014) illustra come l’attenzione sia più che semplicemente concentrazione o vigilanza. L’attenzione riguarda anche il desiderio, l’attesa, la partecipazione attiva, l’interesse.
Relazioni e società
In un mondo incerto e complesso, l’essere umano ha una inclinazione naturale a costruire narrazioni: storie che intrecciano i fili più disparati delle proprie esperienze in un puzzle coerente di significato.
In questa serie di articoli discutiamo alcune tra le riflessioni cardine dell’analisi di Bernard Stiegler sul nesso tra tecnologie digitali e distruzione dell’attenzione; sulle sue conseguenze per la vita individuale e collettiva.
Il dibattito tra i due paradigmi si allaccia in parte a come definiamo ciò che è condiviso o universale. Anche all’interno della sua prospettiva costruttivista, Barrett ammette l’esistenza di universali. Il suo modello prevede affetti (affects), in costante fluttuazione di valenza (positiva o negativa).
Il campo delle neuroscienze affettive ha di recente assistito a un energico dibattito tra due diversi approcci alla comprensione delle emozioni. Il primo: le teorie delle emozioni di base (Basic Emotion Theories), a cui ci si riferisce anche con i vari nomi attribuiti ai meccanismi sottesi ad esse (circuiti delle emozioni, marcatore somatico, e così via) o sulla loro supposta natura (si parla allora di “nativisti” o “essenzialisti”) (…)
Ora che i Buddhismi si trovano a confrontarsi con le neuroscienze cognitive e con le altre scienze della natura, nel tentativo di edificare o espandere un edificio di studio della mente e dell’esperienza, sembra vitale sostenere l’indipendenza e la legittimità del pensiero tradizionale buddhista mantenendo distanza e consapevolezza nei confronti del prestigio che l’apparato scientifico detiene nella società occidentale.
A partire dal XIX secolo, il Buddhismo è stato chiamato a rispondere a sfide e opportunità trasversali alle strutture religiose e culturali che lo caratterizzavano nel periodo premoderno.
Il classico Mapping the Mind (1982) di Charles Hampden-Turner include sessanta modelli di mappatura dell’essere umano, della sua psiche. Le sue categorie di mappa spaziano dallo storico al religioso, fino a prospettive psicoanalitiche, esistenzialiste, psicosociali, creative, linguistico-simboliche, cibernetiche, strutturali e “paradigmatiche”. Dal Taoismo, Sant’Agostino, Blake, Darwin, Marx, Weber e Freud, fino a Lacan, Bateson, Chomsky e Varela. Per l’epoca, il testo di Hampden-Turner è estremamente sofisticato, ricco e accessibile; oggi il suo approccio necessita disperatamente di un aggiornamento.